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Libro

Italiano V [PROGRAMMA]

13. GABRIELE D'ANNUNZIO

13.3. Le poesia delle Laudi

Le Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi sono una serie di quattro libri di Gabriele D'Annunzio, che costituiscono l'opera poetica fra le più note dell'autore, in cui viene sviluppato il concetto di superomismo. Il progetto delle Laudi, realizzato solo in parte, prevedeva la produzione di sette libri, uno per ogni stella delle Pleiadi. Le prime tre (Maia, Elettra, e Alcyone) vennero pubblicate nel 1903, nonostante la loro stesura fosse iniziata già nel 1896. Il quarto libro, Merope, apparirà solo nel 1912 ed esprime l'esaltazione della guerra italo-turca iniziata l'anno precedente; Asterope fu così intitolato e aggiunto agli altri come quinto libro della serie dopo la morte del poeta e comprende canti dedicati alla celebrazione della Grande Guerra e altri postbellici incentrati sull'impresa di Fiume, espressione degli ideali bellicisti e nazionalisti che animavano il suo autore. Degli ultimi libri progettati, Taigete e Celeno, restano solo i titoli, dato che non furono nemmeno iniziati. Il tema principale è il viaggio spirituale che porta alla fusione degli elementi dell'estetica decadente e la figura del superuomo nietzscheano. L'idea risente del viaggio in Grecia del poeta sul finire del secolo, che ispirò l'impalcatura con la conformazione del mito classico e della tragedia (con ispirazione dalla Nascita della tragedia di Nietzsche). La Grecia è vista nella sua forma primordiale e dionisiaca, dagli aspetti ferini e sublimi dei paesaggi, da rappresentare mediante la poesia la rinascita della civiltà italiana, nella forma culturale (teoria) e pratica, mediante le azioni di conquista. Non a caso, il primo '900 fu il periodo della guerra di Libia (1912) da parte dell'Italia.

L'intento principale del poeta è il riformare lo stile poetico, creando una nuova matrice moderna che abbia collegamenti capillari con il passato lirico dell'autore e con i modelli classici. Specialmente in Maia-Elettra il tema dominante è la carica celebrativa del panismo, la comunione simbolica totale con la natura, mescolata ad elementi celebrativi e profetici. Questi sono presenti soprattutto nel secondo libro. Il cosiddetto Laus vitae è il primo libro, in cui l'eroe dannunziano è incarnato nella figura di un "Ulisside" (riferimento a Omero), votato alla conoscenza, animato dal desiderio di scoperta di nuovi orizzonti poetici. La descrizione di tale figura è una palese dichiarazione di poetica, ove sono riassunti tutti i sistemi di cui fa uso il protagonista: il superomismo, convertito dell'elemento filosofico al poetico pratico, l'estetismo decadente il quale fa uso del superomismo per affermarsi, e la riscoperta dei valori tradizionali della cultura classica antica, ispirata allo studio di d'Annunzio della tragedia e alle esperienze del viaggio in Grecia. La celebrazione della "rinascita" del dio Pan e l'estasi dinanzi agli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina, sono il risultato della fusione pratica della modernità con l'elemento antico, celebrati dal poeta nel primo libro. Gabriele D'Annunzio inoltre dichiara anche la necessità di questa natura idilliaca e di tali valori per la società, in risposta al materialismo e all'industrializzazione delle città. L'aura che avvolge i componimenti di Elettra è la presentazione della metamorfosi dell'Eroe dannunziano, non più un "Ulisside", ma una entità che ha pieno possesso della fusione esteta-superuomo, e che quindi ora è votato a nuove imprese di conquista e propaganda. Tali fenomeni, ancora coronati dal panismo e dalla fusione con la natura, anticiperanno la nuova visione futurista del poeta durante la Grande Guerra. La figura dell'Eroe è tracciata con elementi del romanticismo: un uomo enorme, superbo e solitario che ama i grandi spazi, pronto a risollevare le sorti dell'Italia con la cultura e soprattutto l'azione. Ciò si rispecchia nelle poesie Alle montagne, A Dante e al Re Giovine (Vittorio Emanuele III). Oltre ai componimenti politici, come questi, vi è anche la sezione delle poesie civili, come Per i marinai d'Italia morti in Cina - La notte di Caprera - A Roma. Particolare è il doppio ritratto dannunziano di Giuseppe Garibaldi: un uomo d'azione calcolatore e grande stratega, ma anche umile e mite nelle mura domestiche, chiaro riferimento di propaganda del buon cristiano, successivamente ripreso in era fascista. I canti civili bellici sono una "esterizzazione della storia", immagine italiana della dimensione ideale da rendere eterna con la poesia, e da prendere a modello per il futuro.

La seconda parte delle "Città del Silenzio" è un iter meditativo dell'Eroe dannunziano, nell'attesa di ricarica per andare alla conquista. Lo stile, prima pragmatico, chiaro e scorrevole, nella seconda parte è più riflessivo e pacato, rappresentato dalla forma chiusa e schematica del sonetto. Lo sperimentalismo di questa seconda sezione consiste in un progetto di abbandono del tipico stile ampolloso, per sperimentare uno nuovo che ha per protagonista il ricordo meditabondo, usando la tecnica di uno stile liturgico sacrale, in contrapposizione all'enfasi oratoria politica.

Il terzo libro di Alcyone è il più riuscito nell'intento del poeta di raggiungere le vette dello stile decadente. L'elemento celebrato è la perpetua comunione dell'uomo con la natura, come l'esempio più riuscito de La pioggia nel pineto. L'uomo è portato con ambiti descrittivo-poetici alla naturalizzazione completa, dallo stato vegetale di una pianta a quello di un paesaggio. Un fattore importante per tale trasformazione è la riattualizzazione del mito greco (esempio della metamorfosi di Dafne), che restituisce vitalità al mondo moderno. Tale trasformazione può avvenire dunque solo grazie alla ripresa del mito, alla creazione dell'Eroe dannunziano (esteta-superuomo) e per mezzo finale dell'estrazione della parola nella poesia. Da qui la rivendicazione del privilegio artistico, mediante l'autocertificazione a diventare "Poeta Vate" della civiltà moderna, basandosi sugli eterni valori classici.

Le ultime due raccolte di Merope - Asterope hanno come riferimento la guerra di Libia (1912) e la prima guerra mondiale (1914-18). Lo stile è altalenante, tra l'enfasi oratoria e la descrizione minuta delle battaglie, nonché il contenuto di passi celebrativi e sacrali per il commiato dai caduti.

OPERA

Gabriele DAnnunzio, Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi

MATERIALI

http://www.treccani.it/enciclopedia/gabriele-d-annunzio_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29/

https://www.youtube.com/watch?v=crzjV2bTpGM