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Libro

Italiano V [PROGRAMMA]

11. IL DECADENTISMO

Con il termine decadentismo si intende un movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli inizi del Novecento, che si contrappone alla razionalità del positivismo scientifico e del naturalismo. ll termine "decadentismo" deriva dall'aggettivo francese décadent, usato dal poeta francese Paul Verlaine nella lirica Langueur, pubblicata sulla rivista francese Le Chat Noir, per definire il proprio stato d'animo nei confronti della società contemporanea. Il termine ha due significati: quello negativo, usato dalla critica in senso dispregiativo, riferito alla nuova generazione dei poeti maledetti che davano scandalo incitando al rifiuto della morale borghese, ponendosi al di fuori della norma sia nella produzione artistica sia nella pratica di vita; e quello positivo, rivendicato in seguito dai poeti stessi, inteso come nuovo modo di pensare, come diversità ed estraneità rispetto alla società borghese. Questo tema della "decadenza sociale" e della crisi di valori con forti risvolti esistenziali fu ripreso da un gruppo di scrittori, che fondarono nel 1886 una rivista con il nome di Le Décadent, che trattava proprio i vari aspetti della crisi. Due anni prima, nel 1884, il poeta Paul Verlaine aveva pubblicato Poètes maudits, opera dedicata ai tre suoi amici Tristan Corbière, Stéphane Mallarmé, e Arthur Rimbaud, che divennero noti con il nome di "poeti maledetti". Tale qualifica vestì gli esponenti del decadentismo di una certa aura mitica, che continuerà nei loro epigoni. Sia il ripudio del Positivismo e dei moduli di rappresentazione artistica ad esso connessi, sia la ricerca di un'arte e di una vita liberate dai vincoli del reale costituiscono la più importante novità degli ultimi due decenni del secolo non solo in Italia ma in Europa. Languore e decadenza sono due aspetti importanti della nuova sensibilità letteraria. Verlaine nel sonetto "Languore" scrive: "Sono l'Impero alla fin della decadenza"; quindi il poeta sente di appartenere ad un'epoca in declino e non sa trovare un senso all'esistenza, né stabilire un rapporto attivo con il mondo: riesce soltanto a registrare la propria estraneità alle battaglie che si consumano accanto a lui. La sensazione diffusa fra molti autori decadenti è la consapevolezza della fine, dell'inutilità di ogni sforzo di attribuire senso alla vita, poiché ogni via è stata tentata: "Tutto è bevuto, tutto è mangiato ! Niente più da dire! (Verlaine); "La carne è triste, ahimè! E ho letto tutti i libri (Mallarmé); "Noi siamo i figli dei padri ammalati" (Emilio Praga). Il Decadentismo è caratterizzato da una nuova tipologia di poeta: esso non è più il vate che guidava il popolo del Romanticismo, né il promotore della scienza come nell'Illuminismo o cantore della bellezza nel Rinascimento. Diventa così veggente, cioè colui che vede e sente mondi arcani ed invisibili in cui si chiude scoprendo «l'universale corrispondenza e analogia delle cose [...] E in tal modo il Dio perduto vive come una memoria e un desiderio» (Francesco Flora). Il poeta è così un artista solitario, capace di scavare nell'interiorità umana e nel mistero dell'ignoto. Anche la parola poetica cambia: non si usa più per descrivere sentimenti ma, soprattutto, per decifrare sensazioni e per illuminare l'oscuro che è in noi utilizzando un linguaggio polisemico comprensibile solo da spiriti che riescono a percepire le stesse sensazioni. Da qui la grande importanza della poesia come mezzo per esprimere il proprio intimo. Caratteristica generale è quindi un forte senso d'individualismo e soggettivismo. Per la sua oscurità l'argomento della poesia sfugge alla comprensione del lettore che può interpretarla in modi differenti. La poesia è così accostata alla sfera del sacro. Per Baudelaire il poeta nel mondo borghese ha "perso l'aureola", non ha più un ruolo riconosciuto nella società, non è più guida e punto di riferimento. I poeti simbolisti in qualche modo si "riprendono l'aureola", assumendo il ruolo di veggenti, attribuendo a se stessi una sorta di investitura sacra. Il decadentismo trova nelle strofe e nei versi liberi i giusti mezzi per esprimere le rivelazioni del proprio interiore con tutte le sue nuances (sfumature), poiché, a differenza delle forme metriche tradizionali, più chiuse e rigide, permettono un'esposizione priva dell'interferenza della ragione, assumendo ritmi liberi, creati di volta in volta dal poeta. La nuova poesia è «pura atmosfera musicale che porta l'eco di un nuovo e misterioso mondo ignoto agli antichi» (Walter Binni). Grazie alla natura intrinseca del decadentismo, connesso alle tematiche della vita interiore e del mistero, questo movimento diede origine a diverse correnti o poetiche particolari. Fra le tante sono presenti il simbolismo, l'estetismo, il maledettismo, l'impressionismo, il surrealismo, il dadaismo, e nell'ambito italiano il panismo, l'ermetismo, il futurismo e il crepuscolarismo.

 

 

MATERIALI

http://www.treccani.it/enciclopedia/decadentismo/

https://youtu.be/8iw9wT5tWN8