Di origine siriana, secondo un'usanza diffusa ricevette alla nascita un nome latino, ma questa sua origine “barbara” non fu mai motivo di vergogna per lui che, anzi, si dichiarava apertamente siriano e non greco in alcuni suoi scritti, nonostante la sua personalità intellettuale presenti caratteristiche prettamente ellenistiche.
Seguendo la tradizione della famiglia materna, ebbe una breve e deludente esperienza nel laboratorio di scultura dello zio, dal quale il futuro scrittore fu cacciato dopo aver distrutto una lastra di marmo che doveva essere sgrossata. Scoperta la vocazione letteraria, egli studiò presso i sofisti dell'epoca, in Asia Minore, la grammatica e la retorica, assicurandosi una perfetta assimilazione della lingua greca e dei principi culturali dell'ellenismo.
Successivamente Luciano fece moltissimi viaggi, in qualità di maestro di retorica e conferenziere, o come ambasciatore della sua città natale, in Asia Minore, Grecia, Italia e Gallia. Inoltre egli svolse l'attività di avvocato in Antiochia di Siria (155-158). Nel 159 fu inviato come ambasciatore a Roma, dove ebbe l'occasione di entrare in contatto con il filosofo neoplatonico Nigrino, da cui fu influenzato. Tornato ad Antiochia (160) vi rimase fino al 162, pur recandosi talvolta in Grecia. In veste di segretario della cancelleria imperiale si trasferì in Egitto, dal 173 al 176. Dopo questo incarico, egli si stabilì definitivamente ad Atene, dove morì dopo il 180.