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Libro

Greco V

12. Polibio: la vita

12.4. La costituzione mista

Secondo Polibio, Roma poggiava su una costituzione mista, risultato della sintesi delle tre forme di governo più importanti, cioè: la monarchia (rappresentata a Roma dai consoli), l'aristocrazia(rappresentata dal senato) e la democrazia (rappresentata dai comizi). In questa costituzione, Polibio coglie le caratteristiche più profonde del percorso storico compiuto da Roma. In tal modo si contribuisce alla teorizzazione e alla giustificazione dell'imperialismo romano.

Già altri studiosi greci avevano teorizzato che le tre forme principali di governo, la monarchia, l'aristocrazia e la democrazia, degenerassero inevitabilmente rispettivamente in tirannide, oligarchia e oclocrazia. Giunta l'oclocrazia il ciclo si ripete con un ritorno alla monarchia (anakyklosis, anaciclosi). Secondo Polibio, Nel caso della costituzione mista anche Roma non può sfuggire alla degenerazione. La costituzione romana repubblicana è stata definita dallo storico greco Polibio come il migliore e più illustre esempio di costituzione mista, grazie all'armonia ed all'equilibrio intercorrenti fra i tre organi depositari del potere, ovvero il senato, i consoli ed i comizi.

Ciò che, secondo Polibio, ha determinato la grandezza di Roma è, oltre all'eccellenza della sua preparazione militare, l'armonico sviluppo della sua costituzione, che prevede un contemperamento delle tre essenziali forme di governo: monarchia, aristocrazia e democrazia. Esse sono rispettivamente rappresentate, nella Repubblica romana, dal potere dei consoli, dalle funzioni del Senato e dalle prerogative degli organismi popolari. La costituzione romana è quindi un riuscito esempio di costituzione mista, per Polibio l'unica forma di governo stabile e capace di bilanciare la tendenza alla degenerazione istituzionale. Nel VI libro viene descritta l'anaciclosi (anakùklosis), il processo di ritorno ciclico secondo il quale le principali forme di governo (monarchia, aristocrazia e democrazia) e le relative degenerazioni (tirannide, oligarchia e demagogia) si succedono l'una all'altra in un fatale trapasso involutivo: dalla monarchia alla tirannide, dall'aristocrazia all'oligarchia, dalla democrazia alla oclocrazia (potere delle masse). Roma, tuttavia, può ritardare questo processo storico di decadenza grazie alla sua costituzione ed alla straordinaria preparazione militare, ma non vi si potrà sottrarre.

Ulteriore elemento di stabilità per Roma è la compattezza dei suoi valori etici, salvaguardati dalla religione e in funzione della vita pubblica: l'insieme di valori, norme, riti sono finalizzati alla conservazione della stabilità politica (a Polibio fu del tutto estranea ogni autentica concezione religiosa).