Gli Idilli (Εἰδύλλια). Il nome indica il tipo di componimento, di estensione relativamente breve e ambientazione arcadica; in seguito, il termine assumerà per antonomasia il significato attualmente attribuitogli. Sono una raccolta di 30 componimenti in esametri; di questi solo 21, in dialetto dorico e di breve estensione, sono sicuramente attribuibili a Teocrito. Esiste anche il frammento di un XXXI idillio su papiro. Questi gli idilli conservati:
Tirsi, o il canto
Le incantatrici
La serenata (è un monologo pronunciato da un capraio)
Pastori
Capraio e il pecoraio
I poeti bucolici
Le Talisie
I bucoliasti (spurio)
I bucoliasti (spurio)
I braccianti o i mietitori
Il Ciclope
L'amato
Ila
Eschine e Tionico
Le Siracusane, o le donne alla festa di Adone
Le Grazie, o Ierone
Encomio di Tolomeo
Epitalamio di Elena
Il ladro di miele (spurio)
Il pastorello (spurio)
I pescatori (spurio)
I Dioscuri
L'amante (spurio)
Il piccolo Eracle
Epillio di Eracle (spurio)
Lene, o Baccanti
Ecloga (spurio)
La conocchia
I Paidikà (canto d'amore omosessuale)
II Paidikà (canto d'amore omosessuale)
Si tratta, dunque, di un'opera dal contenuto vario: un gruppo tratta d'argomento bucolico, genere di cui Teocrito è ritenuto l'inventore; un altro è costituito dai cosiddetti mimi, cioè scene e dialoghi di vita quotidiana; altri sono di argomento mitologico (epilli); vi è un inno ai Dioscuri, la cui peculiarità è la presenza di una sticomitia di tipo tragico; altri infine contengono spunti ed accenni personali e sono generalmente ritenuti spuri. Teocrito iniziò probabilmente la composizione degli Idilli in seguito al primo viaggio, fatto a Cos, e decise di continuare nella sua opera dopo aver assistito al dibattito ad Alessandria, iniziato da Callimaco, sull'importanza della nascita di un nuovo genere che abbandonasse gli schemi classici, più propriamente omerici, e che si facesse portatore di un nuovo metodo di composizione, caratterizzato dalla brevitas e dal labor limae.