Ormai alle soglie dell'età ellenistica, al termine del IV secolo a.C., matura l'ultima fase della produzione comica greca che va sotto il nome di commedia nuova. Essa, a differenza della commedia antica, si ispira ai contenuti della vita quotidiana (la famiglia, l'amore, il denaro ecc.) ed esclude i riferimenti alla vita politica contemporanea. I personaggi sono uomini comuni (come in Euripide, tragico che più influenza Menandro) e “tipi” ben definiti, studiati e fissati accuratamente nei loro caratteri (come in Teofrasto, filosofo peripatetico e amico di Menandro); gli intrecci, imprevedibili e dagli esiti più inaspettati, si snodano e si risolvono sempre grazie alla Ty'che, la sorte, ingrediente fondamentale per l'agire umano.
Non vi ha alcun rilievo il coro, limitato a semplici intermezzi musicali tra gli atti.