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Libro

Greco V

5. Teofrasto: la vita

Il suo nome era in realtà "Tirtamo", ma fu Aristotele stesso a chiamarlo Teofrasto per la grazia e la soavità del suo eloquio. Secondo alcune fonti, era figlio di Melanta, un tintore, e Argiope. Si dice, inoltre, che avesse un figlio di nome Cercione.

In patria fu allievo di Leucippo, un suo concittadino; in seguito di Platone e di Aristotele.

Quando Aristotele si trasferì a Calcide, divenne, durante la 114ª olimpiade, la guida della scuola; fu anche maestro del poeta comico Menandro e del filosofo Epicuro. Inoltre si pensa sia stato mentore di un filosofo chiamato Pompilo. L'affetto e la stima fra i due fu tanto grande che Aristotele, nel suo testamento, affidò a lui i suoi figli, la sua biblioteca e le sue opere originali, e lo designò come suo successore alla guida del Liceo, a scapito di altri filosofi illustri quali Eudemo di Rodi e Aristosseno.

Teofrasto fu a capo della scuola peripatetica per 35 anni, fino alla sua morte nel 287 a.C. Sotto la sua guida la scuola conobbe un grande sviluppo, tanto che arrivò a contare circa 2000 studenti. Anche il poeta comico Menandro fu tra i suoi discepoli.

Tanta era la sua fama presso gli ateniesi che, quando venne accusato di empietà da Agnonide, mancò poco che l'accusa ricadesse su quest'ultimo ː a causa di tale incriminazione, dovette comunque lasciare la città di Atene per poco tempo, nonostante l'ottima reputazione di cui godeva.

Morì all'età di ottantacinque anni, poco dopo aver terminato i suoi ultimi lavori.

Alla sua morte, gli ateniesi decretarono il lutto cittadino.