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Libro

Greco IV

15. Erodoto: la vita

15.3. La fortuna

Le citazioni di Erodoto in opere successive sono numerosissime, sia per quel che riguarda i contenuti, sia per quel che riguarda il suo stile. Dionigi di Alicarnasso fu un grande estimatore del suo stile, mentre Plutarco scrisse un intero trattato contro di lui, il De Herodoti Malignitate.

La tradizione papiracea di Erodoto ne documenta l'ampia fortuna lungo tutta l'antichità, ma soprattutto per quel che riguarda episodi e narrazioni famose, con 45 papiri che contengono frammenti del testo delle Storie e 10 papiri che attestano il nome dello storico in altre opere o documenti, come in un famoso frammento papiraceo afferente a un commento di Aristarco a Erodoto.

Le stesse storie sono attestate nel Medioevo in opere compilative, tra le quali anche opere tarde di Giovanni Boccaccio (Il De Casibus Virorum Illustrium e De Mulieribus Claris).

La fortuna di Erodoto è amplissima nel Rinascimento, momento nel quale cominciano anche a comparire le prime traduzioni, quali quella dei primi capitoli di Guarino Veronese (prima del 1446), la traduzione di Mattia Palmieri (prima edizione a stampa nel 1474, ma scritta forse prima di quella del Valla), la traduzione latina di Lorenzo Valla (dopo il 1457), la prima traduzione volgare, di Matteo Maria Boiardo (la prima di 5 edizioni a stampa è del 1533) e l'edizione, la traduzione e le due apologie di Henri Estienne. Alla fine del XV secolo risale anche la prima edizione a stampa di Erodoto (1502), della quale è conservato anche il codice di riferimento utilizzato per la sua produzione, il Norimbergensis V, 10. Le moderne edizioni critiche cominciano a comparire nel XVII secolo: anzi, l'attuale suddivisione in capitoli risale proprio a questo periodo.