Fra le orazioni composte per i processi civili, si distingue tra tutte, quella intitolata "Contro Conone". Si tratta di un discorso piuttosto breve, in cui si parla di Aristone, un giovane che ha subito molti soprusi durante la carriera militare e successivamente è stato spogliato, percosso e gettato nel fango dal convenuto. Demostene descrive in maniera dettagliata e realistica le bravate e gli scherzi dei commilitoni di Aristone. La vita di una guarnigione militare viene narrata nei suoi tratti più tipici, rappresentati soprattutto dagli scherni e dall'arroganza indisciplinata di alcuni soldati.
La parte più celebre di questa orazione è quella in cui è raccontato l'incontro occasionale durante il quale Conone, il militare ateniese che conseguì un'importante vittoria a Cnido, contro Pisandro, nel 394 a. C., ricorda le sue gesta, imitando il canto "dei galli vincitori" e torturando un malcapitato, il quale, alla fine, si trova nel bagno, gonfio, ferito e pieno di piaghe e, fra la urla della madre spaventata e delle ancelle atterrite, è curato dal medico.