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Libro

Greco IV

10. L’oratoria

10.3. La classificazione dei generi dell’oratoria

Nella Retorica, Aristotele distingue tre generi nell'arte oratoria, divisione che, accolta dalla trattatistica antica, è seguita anche dai moderni. Questi tre generi sono: il deliberativo o politico (ghénos sumbuletikón), usato in assemblea per persuadere i cittadini riguardo a decisioni e iniziative; il giudiziario (dikanikón), suddiviso in accusa e difesa, e da cui si sviluppano le azioni giudiziarie delle díkai (accuse mosse dal singolo per questioni d'interesse privato), delle graphái (accuse nate da questioni d'interesse pubblico) e delle eisanghelìai (accuse riguardanti i reati contro lo Stato); l'epidittico o dimostrativo (epideiktikòn), usato in occasioni ufficiali come feste e solennità per elogiare (o biasimare) personaggi famosi. Questa tripartizione divenne canonica e si fissò grazie all'attività dei tre grandi rappresentanti dell'oratoria attica che predilessero un genere specifico: Demostene il deliberativo, Lisia il giudiziario, Isocrate l'epidittico.

Già nel V secolo, al suo atto di nascita, l'arte oratoria o retorica (retorikè téchne) aveva due finalità predominanti: il convincere (péithein), stimolando la razionalità dell'ascoltatore, e il trascinare le anime(psychagoghéin), affascinando e facendo leva sulle emozioni e i sentimenti dell'uditorio.