Le origini dell'oratoria sono rintracciabili già in poemi omerici, dove appaiono chiaramente definite figure di importanti oratori. Temi rilevanti per la grande oratoria politica sono già trattati dalle elegie di Tirteo (VII secolo a.C.) e Solone (VII-VI secolo a.C.). Con Erodoto e poi Tucidide (V secolo a.C.) si hanno testimonianze indirette della pratica oratoria: l'uso di inframezzare la narrazione storica riportando celebri discorsi pubblici ne attesta la rilevanza politica. I biografi e gli storici testimoniano dell'alto livello del discorso politico, anche se non ci sono giunti i discorsi dei grandi uomini politici dell'epoca, come Temistocle e Pericle. I sofisti Gorgia e Trasimaco definirono per l'oratoria principi di stile e di composizione che ne qualificarono lo statuto propriamente artistico. La filologia ellenistica individuò dieci oratori canonici, vissuti ad Atene tra il tardo V secolo e il V secolo a.C.: Antifonte, Andocide, Lisia, Isocrate, Iseo, Eschine, Demostene, Iperide, Licurgo di Atene, Dinarco.