La struttura della archaia è caratterizzata da intrighi riguardanti sempre la vita della città. In Gli acarnesi, La pace o Lisistrata, Aristofane opta per la pace per porre fine alla guerra del Peloponneso; in Le vespe, denuncia gli effetti perversi delle istituzioni giudiziarie ateniesi. Si parla (spesso ridicolizzandole) di personalità contemporanee, che possono anche apparire sul palco. Così, il demagogo Cleone viene ridicolizzato a lungo da Aristofane (in I babilonesie I cavalieri) mentre Socrate appare in persona ne Le nuvole.
La sua struttura canonica era composta da un prologo, nel quale veniva presentato il protagonista; la in greco antico: πάροδος, ossia l'ingresso del coro, che canta e danza; lo in greco antico: ἀγών, tradotto come agone, uno scontro comico tra l'eroe e il o i suoi avversari, arbitrato dal corifeo (capo del coro), che termina con il trionfo dell'eroe; la in greco antico: παράβασις, un intermezzo in cui il capo del coro, rompendo l'illusione teatrale, si rivolge al pubblico per consegnare un discorso di politica o, più prosaicamente per fare pubblicità all'autore, spesso a scapito dei concorrenti; diversi episodi nei quali l'eroe celebra la sua vittoria; infine, l'in greco antico: ἔξοδος, ossia l'uscita del coro e trionfo dell'eroe, in un crescendo frenetico.
L'inventiva dell'autore è fondamentale e il pubblico, originariamente costituito da agricoltori e vignaioli riuniti per le Dionisie rurali, è poco raffinato: battute oscene o scatologiche, caricature pesanti, e oggetti fallici, erano, dunque, presenti in abbondanza. L'illusione comica è rotta dal fatto che i protagonisti fanno spesso apertamente riferimento ai diversi "trucchi" del teatro: Trigeo, eroe de La pace, volando verso l'Olimpo a cavallo di uno scarabeo stercorario, implora il macchinista, che manovra la gru, di fare attenzione; ancora, Diceopoli, eroe de Gli acarnesi, suggerisce ad Euripide di prendere in prestito l'ekkyklema per apparire senza uscire di casa: questo tipo di piattaforma orizzontale, semi-circolare e mobile, ruotando su un perno verticale posto nella parete posteriore del teatro, era destinato a mostrare ciò che stava accadendo all'interno di una casa. Il coro, dopo l'agone, introduceva la parabasi annunciando che era tempo di giungere all'anapesto, nome del verso impiegato.