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Libro

Greco IV

3. Eschilo: la vita

3.3. La conoscenza generale delle trame di: Persiani, Prometeo incatenato e Orestea

La tragedia I Persiani è ambientata a Susa, la residenza del re di Persia, dove Atossa, madre del regnante Serse, ed i dignitari di corte attendono con ansia l'esito della battaglia di Salamina (480 a.C.).

In un'atmosfera cupa e colma di presagi funesti, la regina racconta un sogno angoscioso fatto quella notte. Non appena la regina finisce di narrare del sogno, arriva un messaggero, che porta l'annuncio della totale disfatta dei Persiani. La battaglia viene raccontata accuratamente fino alla sconfitta finale.

Tra lamenti e pianti appare il defunto padre di Serse, Dario, marito di Atossa. Lo spettro dà una spiegazione etica alla disfatta militare e la reputa come la giusta punizione per la hýbris (tracotanza) di cui si è macchiato il figlio, nell'aver tentato di conquistare il Mar Egeo con la sua flotta.

Arriva infine il diretto interessato, lo stesso re Serse, sconfitto e distrutto, che unisce il proprio lamento di disperazione a quello del coro, in un canto luttuoso che chiude la tragedia.

 

In Prometeo, dopo la rivolta di Zeus contro il padre Crono, e la guerra che ne segue, Zeus si insedia al potere e annienta i suoi oppositori. Prometeo, per aver donato il fuoco agli uomini, subisce la sua collera e viene incatenato a una roccia ai confini della Terra nella regione della Scizia. Il dramma, interamente statico, mette in scena Prometeo di fronte a diversi personaggi divini, senza mai presentare un confronto diretto tra Zeus e il titano.

La scena si apre in Scizia, fra aspri monti e lande desolate. Efesto, il Potere (Κράτος) e la Forza (o Violenza, Βία) hanno catturato il titano Prometeo e lo hanno incatenato a una rupe. Zeus lo punisce perché ha donato il fuoco agli uomini, ribellandosi al suo volere. Il titano viene quindi raggiunto da vari personaggi, che tentano di portargli conforto e consiglio: le Oceanine, Oceano e Io, a cui Prometeo predice il tortuoso futuro che Zeus ha dinanzi a sé e che uno dei suoi discendenti (il riferimento è ovviamente al semidio Eracle) riuscirà a liberarlo dalla punizione divina. Prometeo ha però una via di fuga dall'angosciosa situazione in cui si trova, perché egli conosce un segreto che potrebbe causare la disfatta del potere olimpico retto da Zeus. La minaccia consiste nel frutto della relazione fra Zeus e Teti, che potrebbe generare un figlio in grado di sbaragliare il padre degli dèi. Zeus invia il dio Ermes per estorcere il segreto a Prometeo, ma egli non cede e per questo viene scagliato, insieme alla rupe a cui è incatenato, in un burrone senza fondo.

 

La trilogia dellOrestea fu rappresentata nel 458 a.C. nellambito di un concorso drammatico in cui ottenne fra laltro la vittoria: essa appartiene dunque alla fase più matura della produzione eschilea. La vicenda si sviluppa in tre drammi che affrontano ciascuno un momento della saga degli Atridi: lAgamennone racconta dellarrivo di Agamennone ad Argo, di ritorno dalla guerra di Troia, e il suo assassinio per mano della moglie Clitemnestra, con la complicità di Egisto; le Coefore narra del ritorno in patria del figlio Oreste, che per ordine di Apollo vendica il padre uccidendo la madre ed Egisto, ma che per questo delitto viene assalito dalle Erinni; le Eumenidi, infine, risolvono la vicenda descrivendo la fuga di Oreste ad Atene dove, sottoposto a un processo presieduto da Atena e Apollo, Oreste viene infine assolto, mentre le Erinni si placano e divengono Eumenidi, le benevole.