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Libro

Greco IV

2. Letteratura greca dell’età classica o della polis

2.5. La struttura e i contenuti della tragedia

La tragedia greca è strutturata secondo uno schema rigido, di cui si possono definire le forme con precisione. La tragedia inizia generalmente con un prologo (da prò e logos, discorso preliminare), che ha la funzione di introdurre il dramma; segue la parodo, che consiste nell'entrata in scena del coro attraverso dei corridoi laterali, le parodoi; l'azione scenica vera e propria si dispiega quindi attraverso tre o più episodi (epeisòdia), intervallati dagli stasimi, alcuni intermezzi in cui il coro commenta, illustra o analizza la situazione che si sta sviluppando sulla scena; la tragedia si conclude con l'esodo (èxodos), che è la parte conclusiva della tragedia, con l'uscita di scena del coro. Spesso, soprattutto in Euripide, nell'esodo si fa uso del deus ex machina, ovvero un personaggio divino che viene calato sulla scena mediante una macchina teatrale per risolvere la situazione quando l'azione è tale che i personaggi non hanno più vie d'uscita.

Gli argomenti principali trattati nelle tragedie sono quelli della mitologia greca, dal cui enorme corpus venivano attinte le storie narrate sulla scena. Si tratta spesso di eventi luttuosi, in cui il protagonista si trova davanti ad un fatto terribile (ad esempio Edipo nell'Edipo re, quando scopre il suo passato) o si trova a dover scegliere tra alternative entrambe dolorose e sconvolgenti (ad esempio la trilogia Orestea di Eschilo, in cui Oreste si trova a dover scegliere tra uccidere la madre o macchiarsi di un affronto verso il dio Apollo). Tuttavia non mancavano tragedie dal tono più leggero, o caratterizzate dal lieto fine (ad esempio l'Elena e lo Ione di Euripide, o la stessa Orestea di Eschilo). I miti più ricorrenti erano soprattutto la guerra di Troia (Le troiane e l'Elena di Euripide e il Reso pseudoeuripideo), le imprese di Eracle, il ciclo tebano e in particolare la dinastia di Edipo (I sette contro Tebe di Eschilo, Antigone, Edipo re ed Edipo a Colono di Sofocle, Le fenicie e Le Baccanti di Euripide) e la famiglia degli atridi (l'Orestea di Eschilo, Elettra di Sofocle, nonché Elettra, Oreste, Ifigenia in Tauride e Ifigenia in Aulide di Euripide).

In tutto il corpus delle tragedie greche a noi note, solo una non tratta un argomento mitico, ma storico: I Persiani di Eschilo. Venne rappresentata nel 472 a.C. ad Atene, otto anni dopo la battaglia di Salamina, quando la guerra con la Persia era ancora in corso: la voce di Eschilo fu così un forte strumento di propaganda, e non a caso il corego dei Persiani fu Pericle.