La cultura teatrale della città-stato di Atene ha prodotto tre generi drammatici: la tragedia, la commedia ed il dramma satiresco. Le loro origini rimangono oscure, anche se dal V secolo a.C furono istituzionalizzate in competizioni tenute come parte delle festività che celebravano il dio Dioniso. Gli storici conoscono i nomi di molti antichi drammaturghi greci, non ultimo quello di Tespi, a cui viene attribuita l'innovazione di un attore ("hypokrites") che parla (piuttosto che canta) ed impersona un personaggio (piuttosto che parlare nella propria persona), mentre interagendo con il coro ed il suo leader ("coryphaeus"), che erano una parte tradizionale dell'esecuzione della poesia non drammatica (ditirambico, lirico ed epico).
Solo una piccola parte del lavoro di cinque drammaturghi è sopravvissuta fino ad oggi: abbiamo un piccolo numero di testi completi dei tragici Eschilo, Sofocle ed Euripide, e degli scrittori comici Aristofane e, dalla fine del IV secolo, Menandro. La tragedia storica di Eschilo I Persiani è il dramma più antico sopravvissuto, anche se quando vinse il primo premio al concorso Dionisie della città nel 472 a.C., scriveva opere teatrali da oltre 25 anni. La competizione ("agon") per le tragedie potrebbe aver avuto inizio già nel 534 a.C.; i documenti ufficiali ("didaskaliai") iniziano dal 501 a.C., quando fu introdotta la rappresentazione del dramma satiresco. I drammaturghi tragici erano tenuti a presentare una tetralogia di opere teatrali (sebbene le singole opere non fossero necessariamente collegate da storie o temi), che di solito consisteva in tre tragedie ed un dramma satirico (sebbene siano state fatte eccezioni, come nel caso di Alcesti di Euripide nel 438 a.C.). La commedia è stata ufficialmente riconosciuta con un premio nella competizione dal 487 al 486 a.C.
La commedia si divide in 5 parti: prologo, parodos (ingresso del coro), agone (introduzione del fulcro della narrazione), parabasi ed esodo (canto di uscita del coro).
La commedia, a differenza della tragedia che si occupa del mito, ha maggiore vitalità perché prende spunto da argomenti quotidiani. Il maggiore esponente della commedia antica è Aristofane, commediografo dell'utopia e della dissacrazione delle istituzioni. I contenuti sono pressoché politici e durante la commedia, esattamente nella parabasi, gli attori si toglievano i costumi e cominciavano a dialogare con gli spettatori, cercando di coinvolgerli.