L'agone (in greco antico: ἀγών, agōn, "gara", "disputa") era, nell'antica Grecia e successivamente anche nell'antica Roma, una manifestazione pubblica consistente in gare e giochi organizzati in occasione di celebrazioni religiose presso un santuario, disputati per la conquista di premi, che solitamente erano corone di foglie, privilegi ed erezione di statue.
In Grecia il teatro era di grande interesse per la Polis e durante le feste in onore di Dioniso gli autori erano tenuti a gareggiare nei cosiddetti “agoni tragici” durante le Dionisie e negli “agoni comici” durante le Lenee.
Le Grandi Dionisie duravano 7 giorni: durante i primi tre si svolgevano i riti sacri, mentre i giorni seguenti venivano dedicati tre alle tragedie e uno alla commedia. Questi spettacoli erano così importanti per la Polis, soprattutto da un punto di vista paideutico e di propaganda politica, che lo Stato pagava il biglietto a tutti coloro che non potevano permetterselo. La selezione dei drammaturghi partecipanti a questi agoni, affidata all’Arconte Eponimo, era rigidissima e una testimonianza di Aristofane afferma che i concorrenti si presentassero a migliaia. Al termine della gara veniva attribuito un premio al miglior attore, al miglior autore e al miglior coro (all’interno di quest’ultimo si trovano le idee dell’autore e i concetti più importanti da trasmettere al pubblico). La giuria era composta da 10 persone, generalmente non esperti ma spettatori pescati a sorte tra il pubblico, chiamati a scrivere il nome del vincitore su una tavoletta e a riporla poi in un’urna; infine 5 di queste tavolette venivano estratte a sorte, in modo da creare una scaletta. Per i vincitori c’era una grande gratificazione economica.
Le Lenee duravano tre giorni e ospitavano inizialmente solo agoni comici, in seguito anche quelli tragici. I commediografi che partecipavano alle Lenee, di norma 5, erano quelli più noti, mentre i tragediografi erano per lo più giovani, o comunque autori non molto conosciuti.