La struttura narrativa è, nella narratologia, l'architettura strutturale che soggiace all'ordine e al modo in cui viene presentata una narrazione a un lettore, un ascoltatore o uno spettatore. I critici e teorici della narrativa che descrivono la struttura narrativa di un testo possono fare riferimento a elementi strutturali quali l'introduzione, nella quale vengono descritti i personaggi e le circostanze fondamentali di una storia; un coro, che usa la voce di un astante per descrivere gli eventi o indicare la risposta emotiva appropriata (felicità, tristezza, ecc.) rispetto a ciò che si è appena verificato; o una coda, che cade alla fine di una narrazione e presenta delle considerazioni conclusive. Descritta per la prima volta nei tempi antichi da filosofi indiani e da greci (quali Aristotele e Platone), la nozione di struttura narrativa ha goduto di una rinnovata popolarità come concetto critico dalla metà alla fine del XX secolo, quando gli esponenti della critica strutturalista come Vladimir Propp e i formalisti russi, e di seguito Roland Barthes, Joseph Campbell e Northrop Frye hanno sostenuto che tutte le narrazioni umane hanno certi elementi strutturali profondi in comune. Questa posizione è stata criticata dai fautori del poststrutturalismo come Michel Foucault e Jacques Derrida, secondo i quali asserire l'esistenza di tali strutture profonde universali era logicamente impossibile.