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Libro

Greco III

3. Esiodo: la vita

3.6. Le differenze con la lirica moderna

Nell'antica Grecia, la poesia lirica era quella che si differenziava dalla poesia recitativa per il ricorso al canto o all'accompagnamento di strumenti a corde come la lira.

Ai grammatici alessandrini si deve il canone dei più illustri rappresentanti del genere lirico. Costoro operarono una scelta tra gli autori di composizioni intonate sulla cetra da una sola persona e quelli guidati da un gruppo corifeo.

Nella lirica monodica vengono così annoverati tra gli eccelsi Alceo, Saffo, Anacreonte, mentre nella lirica corale, Alcmane, Stesicoro, Ibico, Simonide, Bacchilide, Pindaro. Rifacendosi al significato letterale dell'aggettivo "lirico", gli alessandrini tralasciarono gli scrittori di elegie, come Tirteo, Mimnermo, Solone o di giambi, come Archiloco e Ipponatte.

Infatti i giambi e le elegie venivano recitate e l'elegia era anche accompagnata da un sottofondo di flauto (aulos).

Nell'usare oggi l'espressione "lirici greci" si fa però riferimento, in senso più lato, a tutto un modo di produrre versi che copre in Grecia l'arco di due secoli, il VII secolo a.C. e il VI secolo a.C.

La poesia greca di questi due secoli è accomunata da due caratteristiche. La prima consiste nel fatto che l'autore, pur rispettando i limiti del genere, si muove al suo interno con estrema libertà e la seconda è che essa si distingue per la sua oralità. Essa viene "detta" ed è destinata alle orecchie, come dice Platone in una definizione della Repubblica.

Lo stile si distingue per la brevità dei periodi ben allineati e senza difficoltà sintattiche e per le molte metafore destinate a rimanere incise nella memoria.

Il motivi che ispirano la lirica greca sono molteplici. Vi sono componimenti dedicati agli dei (inni), in onore di Dioniso (ditirambo), di Apollo (peani). Alle divinità femminili vengono dedicati i parteni, i vincitori di gare vengono esaltati negli epinici e l'ospite patrono negli encomi. I treni e gli epicedi sono riservati alle consolazioni funebri e ai compianti, gli epitalami e gli imenei alle nozze, gli scolii ai banchetti, alle danze mimiche gli iporchemi e alle processioni i prosodi. Non vi sono delimitazioni, per cui ogni poeta può spaziare in più campi e utilizzare i moduli di un componimento anche in un altro.

L'elegia e il giambo, di matrice ionica, sono caratterizzati da serie continuate di versi, dagli esametri e pentametri dattilici ai trimetri giambici e ai tetrametri trocaici.

La melica monodica non va oltre l'aggruppamento di strofe composte da quattro versi, mentre quella corale procede per stanze, strofe, antistrofe ed epodo.

Nella lirica monodica il linguaggio è il dialetto dello scrittore, mentre la lirica corale preferisce usare il dorico, considerato linguaggio letterario internazionale.

Dopo il V secolo a.C. la lirica subisce una grande trasformazione ad opera degli alessandrini che compongono carmi raffinati destinati a persone colte.

La lirica occidentale moderna nasce in Provenza dove, dalla seconda metà dell'XII fino al primo quarto del XIII, fiorisce la poesia dei trovatori, che cantavano la gioia dell'amore in particolare il fin'amor (l'amore perfetto).

I provenzali accompagnano le loro poesie con il liuto ed elaborano particolari metri, come la ballata, il discordo, l'alba, la pastorella, che esaltano la forma musicale del componimento.

Il motivo principale è il corteggiamento della donna innalzata e sublimata in pura "femminilità" che influenzerà tutta la successiva lirica, dal Minnesang tedesco alla poesia della scuola siciliana, fino agli stilnovisti e a Petrarca.

In età moderna, per il tramite del Medioevo è giunta a noi l'interpretazione del genere letterario impostata dagli autori latini, cioè di poesia che esprime emozioni e sentimenti soggettivi. La lirica europea del XVIII è influenzata dalla cultura e dal gusto dell'Illuminismo con la sua fede nella ragione ma con grandi concessioni al sentimento, mentre dalla seconda metà del secolo nuovi fermenti si manifestano ponendo al centro dell'arte le attività fantastiche, sentimentali e religiose facendo trionfare le passioni e il culto per il Medioevo.

Al Romanticismo seguono altre correnti letterarie tra le quali annoveriamo il Decadentismo che scopre le sensazioni pure e immediate, l'inconscio sotterraneo alla ragione, il gusto dei misteri dell'uomo e delle cose, il Simbolismo. Il Surrealismo con il suo libero scorrere del pensiero da un'immagine ad un'altra, tutto proteso verso quella verità che sfugge alla coscienza ma che è insita nelle cose apporta un'altra ventata di innovazione alla lirica europea.