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Libro

Greco II

4. Argomenti di sintassi: Il participio predicativo

4.13. Uso dei vari modi del perfetto

Il perfetto greco è in tutti i modi un tempo principale, quindi non realmente concepito come passato (manca infatti laumento anche nellindicativo), che esprime come valore aspettuale lidea di unazione compiuta, o, più precisamente, in stato di compiutezza: in altre parole, di unazione passata i cui effetti perdurano al presente. Questo valore può concretamente rendersi in italiano con due prospettive diverse: a) con un indicativo presente o altra forma verbale che esprima tale situazione di stato compiuto. Equesto il valore più antico del perfetto, in origine solo intransitivo, che in alcuni verbi può concretamente tradursi con significato diverso rispetto a quello degli altri tempi, esprimendo cioè il risultato, la conseguenza del compiersi dellazione espressa dal tema del verbo. Es: οἶδαso(dalla radice Fειδ / Fοιδ / Fιδ impiegata in εἶδον, aoristo corrispondente ad ὁράω, vedo) = sapere come conseguenza del compiersi dellatto di vedere. πεϕυκα= sono per natura, come conseguenza dellessere generato (da ϕύωgenero). πέποιθα=credo, come conseguenza dellessersi persuaso (da πείθωpersuado) ἔϕθορα = sono in rovina, come conseguenza dellessersi rovinato (da ϕθείρωrovino) b) più spesso, con un indicativo passato prossimo, o altra forma verbale che esprima lazione, di fatto anteriore, che è alla base di tale stato attuale. Es. πέπτωκε “è caduto(motivo per cui si trova a terra) τέθνηκε (perfetto) “è morto, cioè è un defunto ἔθανε (aoristo) morì”, cioè è morto in un determinato momento τεθνᾶσιν οἱ θανόντες (Euripide): Restano morti (indicativo perfetto) i morti (participio sostantivato aoristo), cioè quelli che sono morti (in una determinata occasione) restano nella condizione di defunti. Il perfetto con valore di presente si definisce in genere stativo, quello con valore di passato resultativo