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Libro

Greco II

4. Argomenti di sintassi: Il participio predicativo

4.7. Uso dei vari modi dell’aoristo

L'aoristo (dal greco ἀόριστος χρόνος "tempo indefinito") è uno dei quattro temi temporali fondamentali del verbo greco. Esso, come suggerisce il nome, non ha connotazione temporale, ed esprime solo l'aspetto dell'azione, cioè un'azione "puntuale", compiuta, colta nel momento in cui si svolge, circoscritta sulla linea temporale; non è necessario che sia istantanea, "puntuale" significa che è vista nella sua totalità, quindi delimitata da un inizio e una fine, quindi può anche essere considerata come un segmento di retta sulla linea temporale.

L'aoristo ha tutti e sei i modi del verbo greco. Assume l'aumento, e il significato di passato remoto, solo nell'indicativo. Gli altri modi indicano solo l'azione puntuale, senza alcun riferimento al passato. Il participio aoristo greco di tutte le forme e tipologie si traduce in genere come un gerundio passato o con dopo + infinito passato; unito al verbo ἔχω "avere", in posizione predicativa, forma una perifrasi in tutto e per tutto equivalente al passato prossimo italiano: es. ἔχω λύσας "ho sciolto", ἔχω περάνας "ho tentato". Tale perifrasi è già prefigurata nel dialetto omerico, ed è presente nei classici del V secolo, come Sofocle.

L'aoristo, come anche il futuro, possiede una forma per ciascuna delle tre diatesi, ossia il medio e il passivo hanno due forme distinte.