Semplificando, si può dire che esistono tre valori di ἄν:
1) con l’ottativo = potenziale (possibilità): si traduce con il condizionale (generalmente presente) oppure con "potrei (dovrei, vorrei)" + infinito;
2) con l’indicativo dei tempi storici = irreale: si traduce con il condizionale (presente o passato);
3) con il congiuntivo = eventuale: si traduce con "eventualmente" o, meglio, si omette traducendo il verbo al congiuntivo, ove possibile in italiano.
Più in dettaglio,:
1) In proposizioni indipendenti:
a) con l’ottativo = potenziale (= possibilità): si traduce con il condizionale (generalmente presente) oppure con potrei (dovrei, vorrei) + infinito;
es.: ἂν ἁμαρτάνοις = sbaglieresti, potresti sbagliare;
b) con l’indicativo dei tempi storici = irreale: si traduce con il condizionale (presente o passato);
es.: ἂν ἡμάρτανες = sbaglieresti;
ἂν ἥμαρτες = avresti sbagliato.
2) In proposizioni dipendenti:
a) con il congiuntivo (all’interno di proposizioni relative, interrogative indirette, temporali, finali): conferisce loro sfumatura di eventualità o di iteratività (= azione ripetuta): nel primo caso si traduce con eventualmente o, meglio, si omette traducendo il verbo al congiuntivo, ove possibile in italiano (πρὶν ἂν τοῦτο λέγῃς = “prima che tu dica questo”); nel secondo caso sottolinea la ripetitività di un’azione (es.: ἐπειδὰν τοῦτο λέγῃς = “tutte le volte che dici questo”);
b) con l’ottativo o con i tempi storici dell’indicativo ha gli stessi valori delle proposizioni indipendenti (vedi periodo ipotetico dipendente);
c) con l’infinito ed il participio (esclusivamente predicativo dell’oggetto) ha gli stessi valori che con l’ottativo e l’indicativo: bisogna comprendere caso per caso, in base al contesto, se si tratti di un potenziale o di un irreale (vedi periodo ipotetico dipendente).