La ricerca globale non è abilitata
Vai al contenuto principale
Libro

Greco II

3. Le classi verbali

3.3. L’aoristo III o fortissimo. L’aoristo III cappatico

L'aoristo fortissimo è una forma estremamente arcaica. Esso si forma unendo le desinenze direttamente sulla radice, e per questo è detto atematico. Anche nei modi diversi dall'indicativo ha suffissi caratteristici dei verbi atematici. Solo pochi verbi, estremamente conservativi, lo possiedono. Alcune forme di aoristo fortissimo sono prive di presente (ad esempio l'aoristo atematico ἔτλην, dalla radice τλη-/τλα-, sulla quale è stato ricostruito il presente τλάω solo in età bizantina, ma non attestato nel greco classico). Questo tipo di aoristo è peculiare di pochi verbi il cui tema termina in vocale, che è sempre lunga o perché tale anche nel tema verbale (es. ἔγνων "io conobbi", da γιγνώσκω, tema verbale γνω-) o perché costituisce il grado allungato di un tema apofonico (es. ἔβην "io andai", da βαίνω, tema verbale βᾰ-/βη-). La vocale lunga si mantiene tale in tutta la coniugazione ad eccezione dei casi previsti dalla legge di Osthoff. Questo aoristo ha solo la forma attiva e significato intransitivo; dalle stesse radici si può formare l'aoristo primo con valore transitivo: ἔβην "andai", ἔβησα "feci andare", ἐβησάμην "feci andare per me".

Struttura morfemica dell'aoristo forte ἔγνων, "io conobbi":

 

I participio dell'aoristo III segue al maschile e neutro la terza declinazione con il tema -ντ-, aggiunto alla radice abbreviata secondo la legge di Osthoff (*βηντ > βᾰντ, *γνωντ- > γνοντ-, ecc.); il maschile, sigmatico, fa cadere davanti a sigma il gruppo -ντ- e allunga per compenso la vocale radicale, il neutro mostra il puro tema con caduta di -τ-, e in entrambi il genitivo è in -ντος. Il femminile si forma come negli aggettivi della seconda classe a tre uscite con il suffisso -j aggiunto al tema maschile/neutro (per γνοῦσα: *γνοντ-jα > *γνονσjα > *γνονσα > *γνοσα > γνοῦσα) e segue la prima declinazione in alfa impuro breve. L'ottativo del duale e del plurale, oltre a formarsi con la caratteristica -ι- propria di questo modo al grado zero, può utilizzare come tema la terza persona singolare, che, non avendo desinenza, è stata sentita dai Greci come puro tema e quindi utilizzata anche per il resto della coniugazione dell'ottativo; queste forme sono messe fra parentesi.

Struttura morfemica dell'aoristo forte ἔβην, "io andai":

 

 

L'aoristo cappatico è quello che caratterizza tre dei quattro verbi in -μι che hanno il raddoppiamento nel tema del presente, cioè τίθημι "porre", δίδωμι "dare" e ἵημι "mandare" (il quarto è ἵστημι "collocare" che ha il normale aoristo terzo ἔστην "stetti" (coniugato come ἔβην) se intransitivo oppure l'aoristo debole ἔστησα "collocai, feci stare" se transitivo). Si chiama cappatico perché nelle tre persone singolari dell'indicativo attivo viene inserito un -κ- di ampliamento al tema verbale. Le terminazioni al singolare attivo sono perciò -κα, -κας, -κε(ν), modellate per analogia con il perfetto.

Per quanto riguarda i gradi apofonici, si osserva la seguente distribuzione:

grado allungato (δω-, θη-, -): singolare dell'indicativo attivo, tutto il congiuntivo (si fonde con la regolare vocale congiuntiva allungata);

grado breve (δο-, θε-, -): plurale e duale dell'indicativo attivo, indicativo medio, tutto l'ottativo (si unisce all'interfisso caratteristico -ιη-/-ι- creando dittongo), tutto l'imperativo, tutto l'infinito.

Per quanto riguarda l'aumento di ἵημι, occorre ricordare che la radice è jε-/jη-, che diventa -/- per caduta dello jod; al grado lungo avremo quindi .jη- > .- > -, mentre al grado breve .jε- > .- > εἱ-. Da notare che i suoi congiuntivo, ottativo e infinito attivi corrispondono a quelli del presente di εἰμί con l'aggiunta dello spirito aspro.