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Libro

Italiano IV [PROGRAMMA]

8. JACOPO SANNAZZARO

jsJacopo Sannazaro (Napoli, 28 luglio 1457– Napoli, 6 agosto 1530) è stato un poeta e umanista italiano. Jacopo Sannazaro (talvolta trascritto anche Iacobo Sannazzaro) fu autore prolifico: compose opere in lingua latina e in volgare. È noto soprattutto come autore dell'Arcadia, un prosimetro di ambientazione pastorale che fu destinato a secolare fortuna in Europa e dal quale prese nome anche l'omonima accademia costituitasi a Roma nel 1690 Jacopo Sannazaro nacque a Napoli nel 1457 da una nobile famiglia lombarda della Lomellina (i Sannazzaro), il cui nome, si diceva, derivasse da una villa a San Nazaro, nei pressi di Pavia. Il padre morì durante gli anni dell'adolescenza e il giovane fu cresciuto a Napoli, Nocera dei Pagani e San Cipriano Picentino, feudi materni, luoghi la cui atmosfera avrebbe ispirato, secondo le dichiarazioni del poeta, la prima elaborazione dell'Arcadia. A Napoli fu discepolo, nella seconda metà degli anni Settanta, di Giuniano Maio e Lucio Crasso, docenti di poetica e di retorica. Dal 1481 fu al servizio del re Alfonso d'Aragona che seguì a Roma in visita a papa Innocenzo VIII. Sempre a Napoli aderì all'Accademia Pontaniana, raccolta attorno all'umanista Giovanni Pontano, assumendo lo pseudonimo classicizzante di Actius Syncerus. Al 1480 risale l'accostamento alla poesia volgare con la composizione delle prime rime e delle prime ecloghe che poi confluiranno nella prima stesura dell'Arcadia (1483). La quale fu forse ispirata dai monti Picentini, dove il poeta era spesso ospite dei conti Cavaniglia, nel palazzo di corte di Montella. Il Sannazaro seguì da vicino la crisi della corona napoletana dopo la morte dei successori di Alfonso (Alfonso II e Ferdinando II), finché il nuovo re, Federico d'Aragona, lo riprese a corte e gli donò la residenza di campagna Villa Mergellina, nei pressi di Napoli nel 1499. In questi anni rimise mano all'Arcadia (forse dopo il 1490 o il 1496) e compose il poemetto latino Salices. Quando il suo patrono Federico fu costretto a rifugiarsi in Francia nel 1501, dopo l'invasione di Carlo VIII di Francia, Sannazaro lo seguì in esilio e non ritornò in Italia prima della morte del re nel 1504. In questo anno vide la luce a Napoli l'Arcadia ma a sua insaputa. Sembra che il poeta abbia trascorso gli anni successivi a Napoli dedicandosi alla produzione latina: le Elegie, gli Epigrammi, e il poemetto De partu Virginis che apparve nel 1526. Morì nel 1530 a Napoli e quello stesso anno apparvero, postume, le Rime. Il benedettino don Bernard de Montfaucon (1655-1741), nel suo Voyage en Italie, descrisse la tomba del poeta Sannazaro nella Chiesa degli Olivetani a Napoli (ora nota come Santa Maria del Parto a Mergellina), decorata con le statue di Apollo e Minerva dell'Ammannati, e con un rilievo con satiri attribuito a Silvio Cosini. Nel XVIII secolo le autorità ecclesiastiche provarono a dare un aspetto meno profano alla composizione, incidendo il nome di David alla base della statua di Apollo, e di Giuditta sotto la statua di Minerva,