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Libro

Italiano IV [PROGRAMMA]

7. MATTEO MARIA BOIARDO

7.5. Libro Terzo


Mandricardo, figlio di Agricane, e Gradasso giungono in Francia in cerca di vendetta. L'esercito di Carlo Magno si ritira a Parigi, dove è assediato da Agramante. Incuranti della guerra, Orlando e Rinaldo, ora colpito da una magia d'amore, continuano a inseguire Angelica. Il mago Atlante porta scompiglio ovunque, nel tentativo di recuperare Ruggiero, di cui si è innamorata, ricambiata, Bradamante; il poeta profetizza che dalla loro unione discenderà la casa degli Estensi.

A questo punto l'opera rimane incompiuta a causa della morte dell'autore, forse avvelenato dai parenti. Anche il figlio muore poco dopo ed i cugini assumono così il titolo di conte.
Nell'Orlando Furioso, Ariosto riprende la storia dalla rotta dei Pirenei, rielaborando a modo suo le vicende seguenti.


Canto primo
Mandricardo, uno dei re pagani, scopre che suo padre Agricane è stato ucciso da Orlando. Allora parte dalla Tartaria per vendicarsi. Presso una fonte incontra una fata che lo sottopone ad alcune prove, tra cui battere Gradasso in duello e sconfiggere un enorme gigante.


Canto secondo
La fata lo incarica della missione di riportare presso la tomba di Enea di Troia la sua spada, che ora è nelle mani di Orlando. Insieme a lui, escono dalla fonte Gradasso, Sacripante, Isolieri, Grifone e Aquilante, ma solo il primo prende la stessa strada di Mandricardo. Grifone ed Aquilante, per difendere due donzelle, lottano contro un gigante che le inseguiva e contro il suo coccodrillo.


Canto terzo
Mandricardo e Gradasso invece sono giunti presso una riviera, dove una donna, incatenata ad una roccia, si dispera perché è stata intrappolata lì da un terribile orco cieco: questa è la donna amata da Norandino. Gradasso viene catturato, ma Mandricardo riesce a vincere contro l'orco facendolo cadere da un burrone, dopodiché libera la donna e il compagno. Ritrovano il padre della ragazza, e insieme salpano per allontanarsi da quella riva. Ma l'orco, sentendo il rumore dei remi, scaglia una parte di montagna in mare, scatenando una grande tempesta che mette di nuovo in pericolo i tre e il resto dell'equipaggio.


Canto quarto
Fortunatamente la tempesta trasporta la nave sulla costa al confine tra Spagna e Francia, cioè proprio dove si sta svolgendo la grande lotta tra cristiani e pagani. Ruggiero sta ancora facendo strage dei paladini cristiani: inseguendo il falso Grifone, egli si imbatte in Rinaldo, che lo sfida. Ma i saracini sono troppi e Carlo decide di sacrificarsi ordinando a tutti gli altri cristiani di fuggire. L'enorme folla divide Ruggiero e Rinaldo: quest'ultimo arriva ad entrare nel bosco. I cristiani che riescono a raggiungere la città di Parigi, organizzano già la difesa dall'assedio; gli altri sono stati uccisi o fatti prigionieri. Ruggiero invece arriva dove si sta svolgendo il duello tra la paladina Bradamante e il saracino Rodamonte: annuncia alla donna che tutti i cristiani sono in fuga e che Carlo è in pericolo, allora ella chiede all'avversario di poter avere licenza di soccorrere il suo re, ma la risposta scortese di lui scatena l'ira di Ruggiero che parte all'attacco.


Canto quinto
Durante la zuffa Bradamarte finalmente può andare alla ricerca del re Carlo, ma dopo poco decide di tornare indietro per vedere la lotta tra Ruggiero e Rodamonte; cogliendo una pausa con un dialogo, Rodamonte decide di fuggire verso il suo accampamento, quindi Ruggiero e Bradamante prendono insieme la strada parlando di diverse materie. Viene raccontata dettagliatamente tutta la genealogia di Ruggiero, a partire da Astianatte, fino alla sua infanzia con Atalante. Dall'altra parte Bradamante rivela di essere la sorella del paladino Rinaldo. Mentre stanno parlando, e la fiamma della passione si sta accendendo tra i due, vengono assaliti da alcuni cavalieri saracini: la lotta è aspra.


Canto sesto
I due fanno strage di nemici, ma sono costretti a dividersi: Bradamante si ritrova sola nel bosco di notte dopo aver inseguito e ucciso un saracino; Ruggiero invece, rimasto vincitore, con l'aiuto di due baroni si mette alla ricerca della dama. Questi due baroni sono Mandricardo e Gradasso. Presto nasce una contesa tra loro due e Ruggiero, che viene aiutato da Bradimarte, appena giunto sul posto. Egli chiede l'aiuto dei saracini per salvare Orlando dalle mani di un incantatore in una riviera poco lontana.


Canto settimo
Bradimarte dice che è meglio andare lì in numero dispari, allora tirano a sorte a chi debba rinunciare all'impresa: esce Mandricardo, che irato se ne va a Parigi, assediata da Agramante. Mentre Gradasso e Ruggiero subiscono lo stesso incantesimo che era stato fatto ad Orlando, Sacripante e molti altri baroni, a Bradimarte non succede niente perché Fiordelisa gli aveva preparato una corona magica, che lo proteggeva da ogni incantesimo. Così si cala nel fiume, ma senza animo incantato, e ad uno ad uno pone una corona magica sul capo dei compagni per farli tornare il sé e risalire. Ma al fianco del fiume Gradasso pretende da Orlando la consegna della sua spada, da cui nasce un duello tra i due: riacquietata la situazione, Bradimarte e Orlando se ne vanno verso Parigi, Gradasso e Ruggiero seguono un nano bisognoso di aiuto.


Canto ottavo
La coalizione saracena assedia Parigi. Bradimarte e Orlando attaccano il padiglione di re Marsilio, liberando Olivieri, Riccardo, Gano, ed un centinaio di cavalieri alleati. I due ed i paladini liberati procedono ad impedire a Rodomonte ed i suoi di penetrare oltre le mura, e vengono raggiunti da Carlomagno ed i compagni d'arme che difendevano la città dall'interno, con l'eccezione di Turpino. Il re di Francia disarciona Agramante, salvato da Mandricardo. I combattimenti sono interrotti dal calar della sera. Nel frattempo Bradamante trova un eremita che la informa che Ruggiero è partito per la Francia e che per curare la sua ferita alla testa le taglia i capelli come ad un ragazzo. Fiordespina, figlia di Marsilio, vede Bradamante dormire senza elmo e s'innamora di lei, credendola un uomo.


Canto nono
Bradamante si risveglia non trovando più la sua cavalcatura. Fiordespina, sempre più innamorata, le offre il suo miglior destriero, Bradamante non si oppone ed offre in cambio la sua anima e il corpo, ovvero diventa di lei il cavaliere. Negli ultimi versi di questo breve canto il poeta dice che non può raccontare altro di questo "vano amore / De Fiordespina" perché vede "la Italia tutta a fiama e a foco". Qui la storia si interrompe, rimasta incompiuta dal Boiardo. Sarà dunque rimaneggiata e continuata nell'Orlando furioso dell'Ariosto. 
Angelica è il motore di tutto il poema. In lei non troviamo più niente dell'“angelo” stilnovistico o della idealizzata Laura petrarchesca: la donna di Boiardo ha una sua psicologia e varietà (è tenera e appassionata, seducente e crudele). L'amore che Boiardo descrive non è di tipo neoplatonico: lei, certo, è bellissima, ma non affina, non ingentilisce l'uomo; al contrario, lo fa perdere. Questo aspetto ricorda il Filostrato di Giovanni Boccaccio, in cui l'amore era un tormento e un allontanamento dai doveri. Il poema è arricchito da moltissime vicende minori di ogni genere (avventure, battaglie, magie, incantesimi, duelli, viaggi) e da personaggi disparati. L'ispirazione dell'opera è evidentemente lo spirito cavalleresco, cioè l'ammirazione per le grandi gesta e l'esaltazione di quei valori coltivati dall'aristocrazia contemporanea: il coraggio, la cortesia, la generosità d'animo, l'amore e lo spirito di avventura in cui si nota anche la quattrocentesca affermazione dell'uomo e delle sue capacità. Bisogna altresì ricordare che la Corte per la quale il poema è scritto è quella degli Estensi di Ferrara, una delle più antiche d'Italia, legata non solo alle nuove usanze di gentilezza del Rinascimento, ma anche alle vecchie tradizioni feudali, all'amore per l'eroico ed il cavalleresco.