La seconda declinazione dei sostantivi nella lingua greca antica comprende principalmente sostantivi maschili e neutri che terminano in -ος (-os) o -ον (-on) nel nominativo singolare.
Questa declinazione è caratterizzata da desinenze specifiche che cambiano a seconda del caso, del numero e della funzione grammaticale del sostantivo nella frase.
Esempio di declinazione di un sostantivo della seconda declinazione:
Sostantivo maschile: ὁ λόγος (ho logos) - la parola
Nominativo singolare: ὁ λόγος (ho logos) - la parola
Genitivo singolare: τοῦ λόγου (tou logou) - della parola
Dativo singolare: τῷ λόγῳ (tōi logōi) - alla parola
Accusativo singolare: τὸν λόγον (ton logon) - la parola
Vocativo singolare: ὦ λόγε (ō loge) - oh parola
Nominativo plurale: οἱ λόγοι (hoi logoi) - le parole
Genitivo plurale: τῶν λόγων (tōn logōn) - delle parole
Dativo plurale: τοῖς λόγοις (tois logois) - alle parole
Accusativo plurale: τοὺς λόγους (tous logous) - le parole
Vocativo plurale: οἱ λόγοι (hoi logoi) - oh parole
In questo esempio, il sostantivo maschile "λόγος" (parola) è declinato attraverso tutti i casi grammaticali e i numeri. Le desinenze cambiano per indicare il caso (nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo) e il numero (singolare, plurale).
Per i sostantivi neutri della seconda declinazione, le desinenze sono simili, ma con leggere variazioni. Ad esempio, il sostantivo "τὸ παιδίον" (to paidion, il bambino) avrebbe desinenze come "τοῦ παιδίου" (tou paidiou) al genitivo singolare e "τὰ παιδία" (ta paidia) al nominativo plurale.
È importante notare che le desinenze possono variare a seconda della sottocategoria della seconda declinazione a cui appartiene il sostantivo, ma la struttura generale della declinazione rimane simile per tutti i sostantivi maschili e neutri di questa declinazione.